donne in nord africa

Se è vero che in tutto il mondo le donne stanno combattendo per migliorare la propria posizione e rompere una volta per tutte il cosiddetto soffitto di cristallo, questo è particolarmente vero per le figure femminili del Nord Africa, che stanno vivendo una rivoluzione silenziosa ma potente.
In paesi come Tunisia, Marocco, Egitto e Algeria, il panorama imprenditoriale sta cambiando, e moltissime leader femminili stanno lottando per prendere il loro posto nel mondo degli affari, determinate a fare la differenza in un contesto storico e sociale molto complicato e delicato.

Radici storiche e culturali: un terreno fertile per il cambiamento

“Il personale è politico”, il famoso slogan dei movimenti femministi degli anni 70, risulta un punto di partenza particolarmente efficace per analizzare il cammino delle imprenditrici nordafricane, che non può essere separato dalla storia tumultuosa della regione. Dalla lotta per l’indipendenza ai giorni nostri, le cittadine di questi paesi hanno giocato ruoli cruciali, spesso nascosti tra le pieghe della narrazione ufficiale. In Algeria, per esempio, le donne hanno combattuto fianco a fianco con gli uomini durante la guerra d’indipendenza, guadagnandosi un riconoscimento che ha gettato le basi per il loro futuro ruolo nella società.

Tuttavia, la strada verso l’emancipazione economica è stata tutt’altro che lineare. Le influenze religiose, in particolare alcune interpretazioni dell’Islam, hanno plasmato – e talvolta limitato – le opportunità professionali delle donne.

In Egitto e in Giordania, alcune interpretazioni influenzate da movimenti religiosi hanno contribuito a modellare i codici familiari, influenzando le libertà e i ruoli delle donne nella società. Ciononostante, sono stati fatti dei passi in avanti verso società più inclusive: la Tunisia, ad esempio, ha adottato misure più progressiste, diventando un faro di speranza per l’uguaglianza di genere nella regione.

Tunisia: pioniera dell’emancipazione femminile

La Tunisia emerge come un caso studio interessante. Il Codice del 1956 è stata una svolta per i diritti della popolazione femminile, ponendo le basi per una società più egualitaria. Oggi, il governo tunisino sta implementando politiche audaci per promuovere l’imprenditoria femminile: dai programmi di microfinanziamento alla formazione specializzata, progetti come InclusiveNISSA promossa da COSPE, stanno ridisegnando il panorama finanziario per le rappresentanti dell’universo femminile.

Un dato significativo è che un numero crescente di PMI tunisine è gestito da donne, un risultato che fa della Tunisia un esempio di riferimento per l’intera regione. Permangono alcune opportunità di crescita, come il superamento degli stereotipi di genere e il miglioramento dell’accesso al credito, che possono favorire un progresso ancora maggiore. Nonostante ciò, le donne d’affari tunisine stanno dimostrando determinazione e resilienza.

La storia di Fatma Ben Soltane, fondatrice di Fierce, un marchio di abbigliamento sportivo sostenibile, è emblematica di questa nuova ondata di businesswomen. Partita nel 2019 con poche risorse ma tanta determinazione, Fatma ha saputo superare anche le difficoltà della pandemia grazie al supporto di Flat6Labs, un acceleratore per startup innovative. Oggi, Fierce punta a diventare leader di mercato in Tunisia e a espandersi in Europa e Medio Oriente.

Marocco: tra tradizione e innovazione

Il Marocco offre un contrasto affascinante tra tradizione e modernità.
Le iniziative governative, come gli incentivi fiscali per le aziende guidate da esponenti del sesso femminile, stanno creando un terreno fertile per l’imprenditoria femminile. Ciononostante, la partecipazione delle donne al mercato del lavoro rimane sorprendentemente bassa, con solo il 5% delle imprese a conduzione femminile. Ma nonostante le statistiche non siano a loro favore, le manager marocchine stanno silenziosamente rivoluzionando il panorama imprenditoriale.

Prendiamo l’esempio di Salima Ennabali, proprietaria di una boutique di abiti tradizionali a Meknes. Grazie a un prestito di Attadamoune Micro-Finance e a corsi di formazione sull’e-commerce, Salima ha trasformato la sua piccola attività in un’impresa fiorente che oggi impiega 40 lavoratrici.

Le barriere culturali rimangono un ostacolo significativo, ma organizzazioni come l’Assafae Association stanno facendo la differenza. Ogni anno, questa associazione supporta circa 150 progetti imprenditoriali femminili nella regione Drâa Tafilalet, offrendo formazione in gestione d’impresa e marketing a imprenditrici con poca istruzione formale.

Egitto: la sfida delle piramidi

L’Egitto, sta vivendo una rinascita imprenditoriale al femminile. Nonostante le statistiche mostrino che meno del 10% delle posizioni di leadership sono occupate da esponenti femminili, il potenziale è enorme e in crescita.

Il governo egiziano ha lanciato programmi ambiziosi per incoraggiare le cittadine a intraprendere attività imprenditoriali. La storia di Zeinab Abdelrazek, giovane fondatrice di un marchio di gioielli su Instagram nel 2018, dimostra come l’imprenditoria possa offrire opportunità anche in contesti culturalmente complessi.

Un altro esempio illuminante è quello delle sorelle Shunbo, fondatrici di The Four Fat Ladies, una pasticceria di successo nata nel 2012. La loro storia dimostra come le professioniste possano eccellere anche in settori tradizionalmente dominati dagli uomini, come la ristorazione.

Ma le sfide rimangono: l’accesso all’istruzione, la partecipazione ai ruoli dirigenziali e il peso del patriarcato continuano a ostacolare il pieno potenziale delle egiziane nel business.

Algeria: un gigante in risveglio

L’Algeria, il più grande paese del Nord Africa, offre un panorama complesso per l’imprenditoria femminile. Le politiche post-indipendenza hanno formalmente promosso i diritti delle cittadine, ma la realizzazione pratica rimane limitata. Il governo sta cercando di garantire una maggiore rappresentanza femminile nelle posizioni decisionali e nelle PMI, ma i progressi sono lenti.

Ciononostante, le imprenditrici algerine stanno dimostrando una tenacia straordinaria. Stanno emergendo in settori non tradizionali come la tecnologia e le energie rinnovabili, sfidando gli stereotipi di genere profondamente radicati. Tuttavia, il divario tra aree urbane e rurali rimane significativo, con le lavoratrici nelle zone rurali che affrontano sfide ancora più grandi nell’accesso alle opportunità imprenditoriali.

Sfide comuni e opportunità condivise

Attraverso Tunisia, Marocco, Egitto e Algeria, emergono sfide comuni:

  • Barriere culturali e stereotipi di genere persistenti;
  • Accesso limitato ai finanziamenti e alle opportunità di leadership;
  • Divario significativo tra aree urbane e rurali.

Ma dove ci sono sfide, ci sono anche opportunità. Le tecnologie digitali stanno aprendo nuove frontiere per le businesswomen, consentendo loro di raggiungere mercati più ampi e di creare reti di supporto. Iniziative regionali e organizzazioni internazionali come UNIDO stanno giocando un ruolo cruciale nel promuovere l’imprenditoria femminile nella regione MENA.

Il Nord Africa verso un futuro guidato dalle donne?

Il potenziale dell’imprenditoria femminile per la crescita economica del Nord Africa è immenso. Per realizzarlo pienamente, sono necessarie riforme legislative che garantiscano pari diritti in tutti i settori economici. Superare le barriere culturali che ostacolano l’emancipazione delle rappresentanti femminili rimane una sfida cruciale.

Stanno emergendo nuove generazioni di leader femminili, pronte a plasmare il futuro economico della regione. La collaborazione tra settore pubblico e privato sarà fondamentale per superare le sfide esistenti e creare un ecosistema imprenditoriale più inclusivo.

Il viaggio delle donne d’affari nel business in Nord Africa è appena iniziato, ma la direzione è chiara: verso un futuro di uguaglianza, innovazione e crescita economica sostenibile.